Aprire un Negozio per Celiaci: Guida Fondamentale per Cogliere un Trend Positivo

Se hai deciso di cambiare lavoro e il tuo sogno è quello di metterti in proprio, potresti avere bisogno di qualche consiglio sulle attività che è possibile intraprendere: le idee certamente non mancano e le possibilità di avviare un’attività sono molteplici, ma non tutte si possono rivelare vincenti.

Se sei arrivato su questo articolo è perché stai valutando di aprire un negozio per celiaci e vorresti approfondire sia alla convenienza di questo progetto che i soldi e le pratiche da sbrigare per poterlo avviare.

Nei prossimi paragrafi voglio rispondere proprio alle domande legate a questi temi: continua a leggere per capire come diventare imprenditore di te stesso lavorando in un negozio per alimenti senza glutine, anche in franchising!

Un’opportunità da cogliere al volo

Ad oggi, una persona ogni 100 è celiaca, intollerante al glutine, e sembra che presto questo dato purtroppo aumenterà.

Questa informazione ci fa capire che avviare un negozio dedicato a chi soffre di intolleranza al glutine potrebbe essere una buona idea, senza contare che il proprio shop potrebbe non rivolgersi soltanto a chi ha questo genere di intolleranza, ma anche a chi non può mangiare latticini e cibi con lattosio, o con altri elementi tipici di intolleranze.

Non solo: chi avvia questi negozi di solito si rivolge anche a chi non mangia certi cibi per scelta, come i vegani. Si tratterebbe, dunque, di offrire un servizio a chi fatica a trovare alimenti adatti alla propria alimentazione, magari a prezzi non inaccessibili.

Costi da sostenere

Fatta la premessa del paragrafo precedente, possiamo sicuramente dire fin da subito che aprire questo tipo di impresa potrebbe essere vantaggioso, anche perché c’è da dire che la superficie dei locali non deve essere necessariamente  eccessiva, e questo riduce i costi dell’affitto.

Costi basilari per partire

I costi di avvio dell’attività basilari per aprire non sono particolarmente elevati come per l’apertura di qualsiasi tipo di negozio.

Il commercialista deve essere tuo amico: trova un professionista in gamba che ti aiuti ad aprire partita Iva ed a svolgere le pratiche burocratiche. Ovviamente considera il costo che varia ed è in misura fissa all’inizio e poi variabile, come le altre spese.

Costi una tantum per cominciare

Estremamente importante è la quota di budget allocata nell’arredamento, che deve rispecchiare l’animo di un negozio che spesso vende prodotti naturali e biologici, oltre che gluten free: ciò potrebbe prevedere una spesa maggiore che in altri negozi, ma potrebbe valerne la pena, poiché i clienti amano le atmosfere studiate.

Il bello di questo tipo di negozi, infatti, è legato proprio alla familiarità e alla presenza di personale preparato, ma non eccessivo da un punto di vista numerico: non si tratta infatti di negozi impersonali come possono essere, per intenderci, i grandi magazzini. Un vantaggio che ti permetterà, per esempio, di non dover assumere un numero eccessivo di commessi almeno nella prima fase.

Arredare un negozio di questo tipo richiede una spesa che va dai 6-8 mila euro per una scelta basic ad un massimo di 30-40 mila per soluzioni più evolute.

Costi fissi ricorrenti

Per quanto riguarda i costi fissi devi considerare sicuramente il canone d’affitto che dipende dalla zona che scegli: se apri in periferia rischi seriamente di non veder passare nessuno anche se il canone può essere infinitamente più basso.

Non ti dimenticare che il prezzo dei locali commerciali segue le stesse logiche di quello delle case: maggiore è la domanda e maggiore è il costo. Mentre la casa in centro è una comodità/piacere, il locale in centro è un investimento.

Nelle grandi città i canoni possono arrivare anche a 5-6 mila euro al mese, quindi valuta attentamente i ritorni che pensi di avere e le tue possibilità perchè nei primi mesi il canone sarà per te un investimento al 100% visto che difficilmente un negozio va subito in attivo.

Per capirci, se paghi 5 mila euro al mese, nei primi 10 mesi nella peggiore delle ipotesi devi pensare di poter coprire 50 mila euro se non dovessi riuscire a coprire i costi.

Valuta, dunque, di aprire in una zona già viva commercialmente, anche non centralissima ma che ti assicuri comunque un passaggio di persone e che, possibilmente, sia abitata o frequentata da un target di consumatori propenso ad acquistare i tuoi prodotti.

Altro costo ricorrente e fondamentale è la pubblicità: non commettere l’errore, molto comune, di considerare l’advertising un costo improduttivo. La pubblicità deve essere il motore che ti porta clienti, leggi libri di settore (ormai si trova di tutto a prezzo relativamente basso) per organizzare al meglio una strategia che ti faccia crescere velocemente.

Detto questo, vediamo quali sono i passaggi burocratici da mettere in atto, i quali purtroppo incideranno sulla spesa di avviamento.

Iter burocratico per vendere alimenti per celiachia

Come per ogni attività, anche quella in questione richiede di seguire determinate procedure per poter essere in regola.

Dunque è necessario che tu apra la partita Iva, iscrivendoti anche agli enti previdenziali (INPS e INAIL) e alla Camera di Commercio. Se hai in mente di avviare la tua impresa in società, dovrai appunto costituire la società, rivolgendoti ad un notaio.

Come anticipato, devi farti seguire da un commercialista per il disbrigo delle varie pratiche, anche perché questa figura sarà molto importante per seguire la contabilità del negozio.

Inoltre bisogna non dimenticare i permessi da richiedersi al Comune in cui si aprirà: è bene informazioni circa la SCIA (segnalazione Certificata di Avvio Attività) e informarsi sull’esposizione dell’insegna: ricorda che le insegne fisse hanno un costo e richiedono dei permessi, mentre quelle mobili hanno meno procedure e richiedono meno permessi, ma dovrai portarle all’interno del negozio ad ogni chiusura per evitare multe.

Informati presso gli sportelli del Municipio, per sicurezza: tali norme variano da paese a paese.

E’ necessario, poi, chiedere le autorizzazioni e i controlli all’ASL, che deve effettuare dei sopralluoghi, per dare il permesso ad aprire, una volta verificato che sia tutto in regola.

Infine, non dimenticare, se vuoi  diffondere musica nei locali, di pagare i diritti alla SIAE, e neanche che  questa tipologia di negozi che necessita di una licenza rec haccp.

Tutto questo ti sembra troppo da gestire da solo, o con un socio? Non farti scoraggiare, c’è un’altra strada che potrebbe aiutarti ad aprire con maggiori garanzie di successo: quella del franchising.

I migliori marchi in franchising

Dunque vediamo quali sono i marchi migliori per avviare questa attività, considerando però che la spesa potrebbe aumentare, proprio perché il nostro business sarà seguito da professionisti del settore: magari spenderai di più, ma avrai probabilmente maggior successo, proprio grazie ai consigli della casa madre.

1. Il mondo senza Glutine

Questo è il primo marchio che ti consiglio.

Permette di aprire:

  • senza Fee d’ingresso, no percentuali e no ordini minimi;
  • con un locale di  37/47 mq;
  • novità produttive che fidelizzano la clientela in continua catalogazione;
  • prodotti per celiaci BezGluten in esclusiva di zona qualità al vertice e prezzi senza concorrenza.
  • supporto gratuito e continuativo nel tempo per la gestione commerciale e l’affinamento del marketing, strategie di sviluppo, risoluzione di problemi e altre variabili.

L’investimento parte da 22-23.000 euro.

Gli incassi, stando a quello che prevede il brand, crescono verticalmente appena ottenuta la convenzione ASL per il ritiro dei buoni mensili.

2. Food Senza Glutine®

Ad oggi il marchio vanta 10 Punti Vendita sul territorio nazionale e altre 18 aperture previste nei prossimi mesi, anche in Spagna begli  USA.

Il costo complessivo per l’apertura di uno Shop in Formula:

  • Basic con superfici medie di 40/50mq: Euro 10.900,00 + Iva (Formula Basic, escluso Arredo e Attrezzature), oppure euro 23.900,00 + Iva (Formula Basic, allestimento Chiavi in Mano);
  • Plus con Laboratorio 50/70mq: Euro 35.900,00 + Iva (Formula Plus, Laboratorio e preparazione).
  • Formula Mini-Market superfici medie da 60/70mq: Euro 39.900,00 + Iva (una proposta ampia, vantaggiosa e articolata).

All’affiliato viene garantita assistenza in pre-apertura, e in post-apertura, assistenza che prevede l’iter per l’ottenimento della convenzione con l’ASL di competenza territoriale, per poter ritirare il buono che i celiaci consegnano allo Shop per i loro acquisti.

La fornitura non include però l’iter burocratico per l’apertura della propria attività, la messa in regola del locale, opere murarie, infissi, impianto elettrico a norma, e pavimentazione igienica, e tutto quanto non espressamente sopra indicato.

Conviene investire in questo settore?

Concludiamo analizzando i guadagni potenziali. E’ difficile, se non impossibile, tracciare dei numeri perchè finiremmo per giocare a tombola.

Esistono differenze economiche, sociali e di mercato locale tra le regioni, le città e persino i quartieri delle città del nostro Paese che non si possono prevedere in un articolo che punta a parlare a tutti, quindi è assolutamente impossibile dare una cifra valida e non contestabile.

A noi non interessa dirti quanto puoi guadagnare ma quante potenzialità ha un mercato sulla base di valutazioni sociali, economiche e culturali aggiornate costantemente.

Abbiamo visto che i franchising offrono dalla formula semplice di fornitura dei prodotti (celiaci, intolleranze, biologici, ecc.) a dei pacchetti “chiavi in mano”, in cui l’affiliato deve  solo occuparsi solamente della gestione del negozio.

I costi, quindi, variano da 5-8 mila euro per un’apertura minimal fino ad arrivare anche a 50 mila euro, per coloro che ambissero ad avviare un vero e proprio mini market dedicato a questa tipologia di prodotti.

margini di guadagno su questi prodotti sono elevati anche se ti conviene vedere l’offerta della grande distribuzione della tua città che potrebbe comprimere i prezzi al ribasso.

Le opportunità del mercato, però, sono interessanti perchè il settore è in crescita e, con l’aumento di intolleranze e scelte alimentari diverse da quelle tradizionali sicuramente anche le possibilità per chi vuole fare impresa aumenteranno.

Buona fortuna!

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